Quelques extraits d’une longue et passionnante conférence-débat en langue italienne de Matteo Santipolo, Professeur de didactique des langues modernes à l’Université de Padoue, sur le thème ITALIEN ET DIALECTS DANS L’ITALIE CONTEMPORAINE. Cet événement a eu lieu le 18 février 2019 à la Maison de l’Italie de Paris, en collaboration avec le Comité de Paris de la Società Dante Alighieri. Interventions de Roberto Giacone, Directeur de la Maison, et de Michele Canonica, journaliste, Président de la Dante de Paris.

Se ormai nessuno mette in discussione il ruolo dell’italiano quale lingua pan-nazionale, molto diversa è, storicamente, la situazione dei dialetti parlati in Italia o, come sarebbe più corretto definirli, delle diverse lingue regionali. Un tempo apertamente e ufficialmente osteggiati e bistrattati, spesso a dispetto di una tradizione letteraria anche di alto livello (da Porta a Goldoni, dalla poesia siciliana del 1200 a Belli, solo per citare qualche esempio illustre), pur con differenze da regione a regione, sembrano oggi avere finalmente trovato una loro nuova collocazione nel repertorio sociolinguistico italiano. Si tratta di un ruolo diverso da quello che svolgevano un tempo quando rappresentavano il pressoché esclusivo strumento di comunicazione: si tratta di un ruolo che è attualmente più vicino a quello di un gergo, di una marca identitaria. Ciò ha ovviamente comportato una loro modifica tanto dal punto di vista strutturale (come peraltro dimostra il confronto con certe loro manifestazioni “arcaiche”, quali il veneto tardo ottocentesco ancora parlato nel Brasile meridionale e denominato talian), quanto da quello dei loro settori e scopi d’uso. Il prestigio celato che ne ha determinato la sopravvivenza si è trasformato in un qualche tipo di prestigio palese, che conduce oggigiorno anche molti immigrati, stranieri e non, a sviluppare un certo grado di semidialettofonia per potersi meglio integrare nella realtà in cui aspirano a inserirsi. Ciò che invece pare ancora mancare è un’attenta, soprattutto competente e seria politica linguistica per la loro valorizzazione. Nel corso dell’intervento si cercherà di fare chiarezza su queste tematiche, in una prospettiva sia sociolinguistica che glottodidattica.

Matteo Santipolo è nato il 24 gennaio 1971 a Rovigo. Dopo avere studiato per alcuni semestri presso le Università di Warwick e Reading in Gran Bretagna ed in Germania, si è laureato cum laude in Lingue e letterature straniere presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia con una tesi di socio-fonetica sul dialetto di Londra. Ha quindi conseguito, presso la medesima Università, il Master ITALS in Didattica e promozione rivolte a stranieri della lingua e cultura italiane. Dal 2014 è membro del Comitato Scientifico Organizzativo del PLIDA (Progetto Lingua Italiana Dante Alighieri) presso la sede centrale di Roma della Società Dante Alighieri.

È stato Visiting Professor presso la University of Melbourne (Australia), la University of KwaZulu Natal di Durban (Sudafrica), la University of Malta, la Tribhuvan University di Kathmandu (Nepal), la Universidad Nacional de Tucumán (Argentina), la Eötvös Loránd University di Budapest (Ungheria), la Universität Hamburg (Germania), la Universidad de Santiago de Compostela (Spagna), e la Latvijas Universitate, Riga (Lettonia). È stato per 10 anni docente di Lingua e Linguistica inglese presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Dal novembre 2018 è Segretario generale della FIPLV Fédération Internationale des Professeurs de Langues Vivantes/International Federation of Language Teacher Associations.

I suoi principali ambiti di ricerca riguardano la didattica delle lingue moderne, la didattica degli aspetti sociolinguistici nelle lingue straniere, la sociolinguistica, la politica linguistica e il rapporto tra la Folk Linguistics e la glottodidattica. Ha tenuto corsi, seminari e conferenze, in quasi 40 paesi. È autore di oltre 130 pubblicazioni scientifiche (tra monografie, curatele, articoli e recensioni) in sedi nazionali ed internazionali.