Quelques extraits de la présentation en langue italienne le 7 février 2019, à la Maison de l’Italie de Paris, du livre IL NASO DI DANTE (Neri Pozza, 2018) par Pier Luigi Vercesi, auteur de plusieurs ouvrages et journaliste au « Corriere della Sera ». Interventions d’ouverture : Roberto Giacone, Directeur de la Maison ; Gilles Pécout, Recteur de l’Académie de Paris, Historien de l’Italie du 19ème siècle. Interventions de Claudio Strinati, Historien de l’art, et Annarosa Mattei, écrivaine, ainsi que de l’Auteur. Débat animé par Michele Canonica, Président Comité de Paris de la Società Dante Alighieri.

Nell’estate del 1840, in una sala del palazzo del Bargello di Firenze, viene riportato alla luce il ritratto giovanile di Dante dipinto da Giotto. Qualche giorno dopo il ritrovamento, Seymour Kirkup, uno stravagante pittore inglese con la passione per lo spiritismo, corrompendo un guardiano, si fa rinchiudere nel Bargello, dove realizza una copia del Dante giottesco, che ha il naso aquilino ma dolce, non severo come quello che appare dalla presunta maschera mortuaria del Poeta. Resterà l’unica testimonianza dell’originale, perché il granduca di Toscana ordinerà un restauro maldestro dell’opera. Kirkup invia la copia al patriota e dantista italiano esule a Londra Gabriele Rossetti, primo sostenitore di un’interpretazione esoterica della Divina Commedia e della Vita Nova. Attenendosi all’interpretazione paterna, Dante Gabriel, il celebre esponente della Confraternita dei Preraffaelliti, non soltanto raffigurerà il Poeta con il giottesco naso «dolce», ma ne farà il depositario di una conoscenza superiore che si rifà alla tradizione dei trovatori, un «Fedele d’amore» legato all’eresia catara.